È l’unico resto dell’ospedale gerosolimitano di Santa Croce. Poiché ci sono documenti che attestano in modo certo quando avvenne la sua costruzione, questo edificio è un utilissimo strumento di comparazione per riuscire a datare numerosi altri monumenti chieresi. L’ospedale di Santa Croce, fondato nel 1412 da Tommaso Ulitoto, apparteneva all’Ordine dei cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme. Ulitoto era precettore della chiesa dello stesso Ordine, intitolata a San Leonardo. Quando nel 1553 l’ospedale fu soppresso, il precettore continuò ad abitarvi; come dimora continuarono a utilizzarlo anche i cavalieri di Rodi e, successivamente, i cavalieri di Malta fino al 1798, quando quest’ordine cavalleresco fu soppresso da Carlo Emanuele II. Dopo la confisca dei beni religiosi da parte del governo giacobino seguirono alcuni passaggi di proprietà in mano a privati, sovente collegati a utilizzi impropri. L’edificio venne notevolmente rimaneggiato, finché non divenne infine parte integrante del complesso salesiano di San Luigi.
Dell’impianto originale restano solo il fronte che si affaccia su via Roma, e un piccolo locale a pianta quadrata al piano terra. Sulla facciata si può notare il portale gotico, sormontato da un rosone e marcato da una fascia decorativa di formelle in cotto, che alternano la croce greca a quella di Malta, simboli dei Gerosolimitani (mentre il rosone è contornato da caratteristiche formelle con palmette).
All’interno della Precettoria, grazie a un cospicuo restauro, è tornato alla luce un ciclo di affreschi di epoca medievale che illustra la Passione di Cristo. Si tratta di dipinti che, a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, erano stati coperti con una mano di biacca, quando il locale era stato dato in uso a un artigiano. Pur se di superficie più ridotta rispetto alla “Passione” del Battistero del Duomo, sono affreschi di notevolissimo valore, il cui studio dovrà essere approfondito nei prossimi anni.
Entrando nel cortile dell’oratorio si può accedere alla chiesa di San Leonardo, di cui è ancora visibile la navata centrale. Già esistente nel 1141, fu sede dell’Ordine dei Templari per circa un secolo, fino alla quasi totale distruzione per incendio nel 1285: fu Tommaso Ulitoto a curarne e a ultimare l’intera riedificazione.
La chiesa seguì le stesse vicende della precettoria, diventando addirittura un’officina nel 1851, anno in cui ne fu abbattuto il campanile che sorgeva probabilmente sulla sinistra dell’altare maggiore. Gli affreschi furono rovinati e delle lapidi funerarie, asportate e messe in salvo da un teologo locale, ne sono rimaste solo due, tra cui quella di Ulitoto. Dal 1934 chiesa e precettoria sono divenute proprietà dei Salesiani, che hanno attuato le ultime modifiche.
In origine, quello che ora è un unico ambiente adibito a porticato era un edificio a tre navate e tre campate, sorretto da colonne caratterizzate dai mattoni arrotondati e sfalsati. Numerose, sulle pareti, sono le tracce di chiusure e aperture di porte e finestre, indice chiaro dei numerosi rimaneggiamenti; ancora ben visibili, inoltre, le volte gotiche a crociera delle navate laterali e la volta barocca a botte lunettata di quella centrale.