Rubatà di Chieri, sono “grissini”, un prodotto da forno tipico della cucina piemontese. Il loro nome deriva dal dialetto piemontese, e significa caduto, richiamando proprio la tecnica con la quale si formano i grissini. In particolare indica il gesto che fa il panettiere nel prendere sulle punte i “Grissini” appena stirati a mano e nel rivoltarli, facendogli fare un giro completo con i pollici a palme unite e lasciandoli “Cadere”, o meglio “Rubatè”, con dolce violenza sul tavolaccio di stiramento al fine di compattarne l’impasto. Hanno un diametro di 1 -1,5 cm  e sono facilmente riconoscibili per le caratteristica nodosità, dovuta alla lavorazione a mano. Esistono numerose ricette, tramandate di padre in figlio ed è nell’impasto che sta il segreto della preparazione: il dosaggio dai vari ingredienti e dall’acqua che a Chieri e nei dintorni ne permette la singolare bontà. Il rubatà di Chieri è incluso nella lista prodotti agroalimentari tradizionali italiani del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. I Rubatà non sono da confondere con l’altra forma tutelata di grissino tradizionale che è il Grissino Stirato, altro prodotto tipico del chierese di invenzione più recente. Si distingue da questi in quanto la pasta, invece che essere lavorata per arrotolamento, viene allungata dal panificatore.