Chiesa di Santa Margherita
La chiesa fu costruita tra il 1636 e il 1671. L’edificio presenta una pianta a croce greca sormontata da un tiburio ed un falso lanternino; la facciata è asimmetrica, grazie alla presenza di colonne e pilastri e presenta un timpano centrale. Il tema del timpano della facciata è ripreso, come motivo decorativo, sulla cella campanaria e sulle finestre della cupola. Tra le perdite che essa subì agli inizi dell’Ottocento si ricordano i due altari laterali; l’altare principale attuale, in legno e stucco, proviene probabilmente dalla distrutta Chiesa di S. Andrea e ha sostituito il precedente in marmo. Su di esso è ancora presente una pala raffigurante “La SS. Trinità che incorona la Vergine tra i SS. Domenico, Margherita, Caterina da Siena e la Maddalena”. L’opera, attribuita al Moncalvo o alla sua scuola, è quindi precedente i rimaneggiamenti della chiesa barocca.
Chiesa di San Filippo Neri
La chiesa fu edificata tra il 1664 e il 1673 su progetto del luganese Antonio Bettino. L’interno presenta la tipica struttura delle chiese della controriforma derivata dal San Andrea di Mantova di Leon Battista Alberti, vale a dire un’unica navata a pianta rettangolare coperta da una volta a botte, un presbiterio non absidato e quattro cappelle laterali che circondano l’aula. La committenza chierese del sei – settecento seppe radunare al suo interno una panoramica della pittura piemontese dell’epoca, infatti le pale agli altari sono opera di alcuni tra i più significativi pittori di corte come Legnanino, Beaumont, Seyter. Accanto alla chiesa si può notare l’imponente Convento dei Filippini, che nell’Ottocento divenne il Seminario Arcivescovile di Torino. Tale rimase fino agli anni ’50 del Novecento ed in esso studiarono tutti i sacerdoti secolari della diocesi. In particolare ospitò importanti figure della Torino ottocentesca quali San Giuseppe Cafasso e soprattutto San Giovanni Bosco, fondatore dei Salesiani. Trasferito il Seminario a Torino nel 1949, il complesso fu successivamente trasformato in edificio scolastico, privandolo di numerosi dei suoi arredi.
Chiesa di San Bernardino
San Bernardino è sede della Confraternita del SS. Nome di Gesù e di Maria, la più numerosa tra quelle ancora esistenti in città. Nel 1792 alla facciata preesistente, fra i due campanili, ne venne sovrapposta una nuova (l’attuale) di Mario Ludovico Quarini; recentemente restaurata, presenta una certa rigidità d’impianto che prelude al Neoclassico. Entrando si scopre invece un ambiente dove la luce è l’elemento fondamentale e determinante. Spiovendo dall’alto della cupola vittoniana ottagonale, da aperture celate dagli stucchi del Riva, l’effetto luministico tipicamente barocco costruisce lo spazio interno. Anche in San Bernardino sono presenti opere del Moncalvo: la pala della “Vergine con Bambino tra San Michele Arcangelo e San Bernardino da Siena” domina il coro della chiesa. Un’altra opera dello stesso autore “Incoronazione della Vergine tra i Santi Giorgio e Guglielmo (patroni di Chieri) e Rocco e Sebastiano” venne qui trasferita quando, a metà Ottocento, fu demolita la chiesa di San Rocco. Dopo un periodo di chiusura e di abbandono, l’edificio appare ora completamente restaurato, grazie agli sforzi della Confraternita e con l’appoggio di molti chieresi. Recentemente la sua facciata ha subito dei rimaneggiamenti per riacquistare i colori che aveva nell’Ottocento.
Chiesa di San’Antonio
Al limitare della piazza Cavour, su cui si affaccia San Bernardino, è situato il complesso del convento e chiesa di Sant’Antonio Abate, già “ospitales” medioevale degli Antoniani per l’accoglienza dei pellegrini. La chiesa di Sant’Antonio fu completata verso il 1445 e di questa è giunto sino a noi soltanto il campanile. In seguito, alla decadenza dell’Ordine degli Antoniani, il complesso fu affidato alla Compagnia di Gesù. Proprio i gesuiti ripresero la fabbrica di Sant’Antonio. Nel XVIII secolo i lavori per il rifacimento della chiesa furono affidati all’architetto Filippo Juvarra, Il progetto dello Juvarra fu in seguito ripreso dai frati dell’Ordine dei Minori Osservanti di San Francesco, che si insediarono nel convento, e lo portarono a termine. L’interno della chiesa è particolarmente interessante, soprattutto per le soluzioni architettoniche che la caratterizzano e per l’uso della luce.
Santuario dell’Annunziata
Il progetto del Santuario fu affidato da Maria Cristina di Francia al carmelitano Andrea Costaguta. Risalente al secondo Seicento, sorge sul luogo occupato in precedenza da una cappella quattrocentesca e contiene all’interno un affresco cui erano attribuiti poteri taumaturgici in seguito del recupero della parola da parte di un giovane sordomuto. Grazie a questo episodio si decise la costruzione del moderno santuario, tra il 1651 ed il 1655.
Chiesa di San Giorgio
Sulla rocca omonima, si colloca la chiesa di San Giorgio. E’ qui che è sorto il primo nucleo medievale di Chieri, di cui si ha notizia già a partire dall’XI secolo. Ricostruita, nel 400, secondo i canoni dell’architettura gotica, presenta una pianta rettangolare a tre navate coperte da volte a crociera, con un’abside centrale poligonale. Il curioso campanile (Torre del Comune), con la copertura seicentesca “a pagoda”, è quanto rimane delle fortificazioni fatte erigere agli inizi del XI sec. dal vescovo di Torino Landolfo e venne inglobata nella prima campata della navata laterale sinistra. In seguito a diverse modifiche eseguite durante i secoli, S Giorgio assume l’aspetto attuale. Numerosi oggetti artistici sono contenuti all’interno dell’edificio: tra questi vi sono tele attribuite a Guglielmo Caccia detto il Moncalvo o alla sua scuola, una statua lignea raffigurante San Giorgio, una campana in bronzo che reca sulla spalla sigilli raffiguranti San Giorgio – patrono della città – ed il leone passante – simbolo del Comune. Questa campana risalente al 1452, è considerata una delle più antiche del Piemonte. A lato della chiesa sorge il Convento dei frati Mendicanti dell’Ordine dei Minori Osservanti di San Francesco – oggi casa parrocchiale. Quest’ordine religioso, giunto a Chieri nella seconda metà del XV secolo, diede inizio a quelle opere di rinnovamento della chiesa che ne caratterizzarono la fase barocca. Nel Seicento venne ricavata, nella zona sottostante l’altare maggiore di San Giorgio, la chiesa di San Michele Arcangelo, interamente affrescata e con una pala d’altare attribuibile al Moncalvo.