Il ghetto chierese sorse nel 1723-24, ma quello che rimane oggi del ex ghetto ebraico è un agglomerato di case in un vicolo in salita raggiungibile da via Vittorio Emanuele II, denominato via della Pace, che nel dialetto locale indicavano come di “sù dij breu” (la salita degli ebrei). Anticamente il quartiere, era composto da una serie di abitazioni collegate tra loro da ballatoi, scale, passaggi e cortili che si univano intorno al cortile centrale “chazer”.
Le case dove risiedeva e dove tuttora risiede il ghetto erano di proprietà di aristocratiche famiglie cristiane, che affittavano agli ebrei, i quali non potevano possedere case di proprietà. Nel giugno del 1724, si decise di adibire a Ghetto le antiche case del conte Bonaudo di Robassomero, un tempo di proprietà delle famiglie Villa e Solaro, che si trovano ancora oggi tra via della Pace, via Maestra (attualmente via Vittorio Emanuele II) e vicolo Corona Grossa. La Sinagoga di Chieri, ha cessato la sua funzione nel 1935, per mancanza di un attività ebraica attiva. I preziosi arredi, sono stati trasferiti nel 1942 nel Tempio inferiore di Torino, per sostituire quelli andati distrutti durante i bombardamenti del novembre del 1942. Attualmente la Sinagoga si trova al primo piano dell’edificio interno, rivolto verso il cortile centrale, il “chazer”. Destano particolare attenzione, gli splendidi affreschi del soffitto e i decori delle lunette sovrastanti le finestre, dipinti da un illustre artigiano di cui si ignora il nome.