Tappa fondamentale per le politiche turistiche di Chieri è stata l’apertura del Centro Visite Don Bosco (complesso di San Filippo, Via Vittorio Emanuele II, 63), luogo di documentazione sulla figura del Santo che a Chieri visse gli anni giovanili di formazione. Il Centro, realizzato anche con un contributo della Regione Piemonte, è ubicato all’interno dell’edificio che ospitò Don Bosco come seminarista nell’800 ed è gestito dal Comune in collaborazione con l’Istituto Salesiano Cristo Re.
Nei primi mesi del 2024 il Centro è stato riallestito e rinominato in Museo Don Bosco Chieri: nel mese di maggio si sono conclusi i lavori di parziale riallestimento del Centro Visite don Bosco, lo spazio espositivo collocato in una delle maniche del primo piano del Complesso San Filippo, che dal 2011 è dedicato a presentare la figura del santo ai Chieresi, ai turisti e ai tanti pellegrini che da tutto il mondo arrivano nella città di Chieri.
Questo spazio ha sede in uno dei luoghi storici più significativi nella vita di Giovanni Bosco: la camerata del Seminario destinata a dormitorio, dove il santo ha abitato per alcuni anni nel periodo della sua giovinezza e dove ha conosciuto l’amicizia di tanti compagni e formatori con i quali è rimasto legato per molti anni della sua vita.
Il Complesso San Filippo, è un significativo bene architettonico nel cuore storico di Chieri (in via Vittorio Emanuele II, 63) e si presenta come un punto di accoglienza e di approfondimento per turisti e per i cittadini. È composto dalla chiesa barocca di San Filippo Neri e dall’annesso ex Seminario dell’arcidiocesi di Torino e costituisce un luogo strategico per lo sviluppo di molti progetti turistici. È, inoltre, il punto di partenza di alcuni itinerari storico–artistici cittadini, oltre ad essere una tappa importante del “Cammino Don Bosco”, percorso per gli escursionisti e per tutti coloro che desiderano conoscere lo spirito e la storia dei luoghi attraversati da Giovanni Bosco.
Per poter offrire un’esperienza coinvolgente ai visitatori, il Comune di Chieri ha valutato necessario adeguare l’allestimento museale alle esigenze contemporanee per rendere l’esperienza della visita più arricchente e fruibile per ogni tipo di pubblico.
Il progetto è stato affidato a Mediacor, società torinese con una lunga storia di allestimenti museali per il mondo religioso, che ha guidato un’ampia équipe di professionisti e professioniste per coordinare un processo caratterizzato da una particolare attenzione alle tematiche della sostenibilità economica e ambientale, dell’accessibilità e della fruibilità.
Gli interventi hanno riguardato: il rebranding, una nuova segnaletica interna ed esterna, il restyling dell’allestimento e una nuova esperienza di narrazione.

  1. REBRANDING

Il primo intervento è il cambiamento del nome per passare dall’attuale denominazione “Centro Visite Don Bosco” a “Museo Don Bosco Chieri”. Il cuore del processo è far percepire questo luogo come un “Museo”, per un’esperienza culturale strettamente legata alla comunità, e non come un “Centro visite”, che marca l’idea di essere una tappa di passaggio, poco significativa dal punto di vista culturale.
Il Rebranding non ha riguardato solo il nome, ma anche la proposta dello stesso come un marchio. È stato individuato come centrale il colore verde, per evocare il profondo contatto di Don Bosco con il territorio.

  1. UNA NUOVA SEGNALETICA ESTERNA ED INTERNA

È stato realizzato un nuovo sistema di segnaletica, concepito con l’obiettivo primario di fornire una guida chiara e accessibile ai visitatori per raggiungere il Museo e per orientarsi all’interno dell’edificio. Questo sistema di segnaletica è stato progettato e sviluppato seguendo le nuove linee grafiche e l’immagine coordinata del Museo, parte integrante del processo di rebranding.
La nuova identità visiva, presente sia nella segnaletica esterna sia in tutti gli interventi di allestimento interno alle sale e all’ingresso del Museo, ha l’obiettivo di creare un legame coerente tra gli elementi visivi dell’esperienza museale. Questo approccio vuole garantire la percezione di una narrazione visiva continua e armoniosa durante tutto il percorso, contribuendo così a un maggior coinvolgimento dei visitatori, che potranno comprendere e apprezzare il patrimonio storico qui allestito.
Attraverso la segnaletica esterna si è scelto di comunicare su entrambi gli accessi all’edificio il Complesso San Filippo come contenitore di molteplici funzioni, luogo della cittadinanza, aperto e accogliente.

  1. IL RESTYLING DELL’ALLESTIMENTO

L’ingresso al Museo è concepito come un elemento distintivo all’interno del complesso, sottolineando l’importanza e la rilevanza di questa area specifica dell’edificio. Vi è qui uno degli interventi più significativi: la realizzazione di un portale d’ingresso in cartongesso (REI 120) del colore del brand sul pianerottolo delle scale con l’obiettivo di attirare l’attenzione dei visitatori e condurli all’interno del Museo.
Il restyling si è sviluppato nelle quattro sale e nel corridoio adiacente, punto di inizio e conclusione dell’esperienza di visita. All’inizio i visitatori potranno fruire di un totem informativo e di un video di introduzione alla visita.
Nelle quattro sale del percorso espositivo, gli arredi sono stati integrati con nuove proposte allestitive, caratterizzate da un’uniformità materica e cromatica, e con stampe fotografiche di grandi dimensioni. Si è anche deciso di ridurre il numero di pannelli, proponendo una nuova riscrittura che fosse profonda nella tipologia di contenuti proposta, ma allo stesso tempo più agile per i visitatori. I pannelli sono stati pensati in dialogo con i video presenti in ciascuna sala i quali sono stati tutti ideati e realizzati ex novo.
Questo approccio di restyling consente di creare un’esperienza visiva più integrata e coinvolgente per i visitatori, pur mantenendo un legame con l’allestimento museale precedente andando a riutilizzare alcune delle sue componenti, sempre agendo con uno sguardo alla sostenibilità economica del progetto.
Un’atmosfera di buio o penombra, idonea a valorizzare i contenuti multimediali proposti e a creare un’esperienza più emotiva, è garantita all’inizio di ogni tour. La visibilità delle grafiche e degli oggetti esposti è ottimizzata attraverso un sistema di illuminazione diffusa e soffusa, che contribuisce a conferire risonanza visiva e profondità all’esperienza museale.
L’intervento più imponente è stato nella Sala 4, dove si è rimossa la struttura del precedente allestimento posta al centro del volume, liberando così spazio e ridefinendo l’orientamento della sala. Si è riusciti a riutilizzare il proiettore precedentemente adoperato per la proiezione a soffitto in modo da realizzare una nuova proiezione a parete. Questo cambiamento consente ai visitatori di godere dei contenuti in maniera più confortevole e visivamente coinvolgente.
Dopo aver lasciato la quarta sala, l’esperienza presso il Museo Don Bosco Chieri si avvia verso una conclusione interattiva e rilassante. Una volta usciti nel corridoio, precedentemente occupato dalla Start Gallery, oggi trasferita al piano terra, i visitatori trovano sulla loro sinistra una suggestiva “quinta scenografica” con un paesaggio caratterizzante il territorio chierese, che invita a immortalare il momento scattandosi una fotografia.
Alla fine del tour, tutti i visitatori avranno inoltre l’opportunità di partecipare – attraverso i propri device – ad un’esperienza interattiva coinvolgente: un quiz didattico/tematico a scelta multipla che offre la possibilità di mettere alla prova le conoscenze acquisite durante la visita.
In questa zona, è prevista anche un’area dedicata ai più piccoli, con sedie e tavolini adatti a loro.
Sempre nel corridoio vi è la presenza di un secondo monitor nel quale sono proposti dei percorsi di vista del Chierese. Questo filmato conclusivo vuol essere un rilancio sulle bellezze e i monumenti, intravisti o accennati nella parte storica delle sale e sulle testimonianze religiose significative del territorio attorno a Chieri. I monumenti vengono raccontati facendo uso di spettacolari immagini riprese da un drone. Completano il video una grafica informativa a supporto, una scheda di geolocalizzazione e i tempi di percorrenza per raggiungere tali località da Chieri.

  1. LA PROPOSTA NARRATIVA

Il percorso narrativo nelle quattro sale espositive propone un’interazione armonica tra i diversi strumenti di comunicazione per permettere ai visitatori di vivere un’esperienza coinvolgente e nello stesso tempo agile. I contenuti si potranno, così, cogliere, da un intenso dialogo tra i pannelli e i filmati, curati dal regista Luca Olivieri, con le voci narranti di Danilo Bruni (Giovanni Bosco) e Diego Casale (Giovanni Battista Lemoyne).
Si inizia dal racconto della Chieri nella prima metà dell’Ottocento, dove arrivò dalla campagna un giovane Giovanni Bosco (Sala 1), soffermandosi successivamente sulle attività lavorative svolte da Giovanni Bosco nei primi anni per mantenersi negli studi e sulle esperienze di vita significative, come la fondazione della Società dell’Allegria in cui rivelò il suo stile inconfondibile di aggregatore di giovani che lo caratterizzò per sempre (Sala 2).
La Sala 3 si dedica agli anni in cui Giovanni Bosco visse l’ingresso e gli studi in Seminario, racconto che permette di mettere in rilievo figure e luoghi della chiesa di Chieri. Si parla in particolare dell’amico Luigi Comollo che muore precocemente, lasciando una profonda ferita nel cuore di Giovanni.
Infine, la Sala 4 coglie la suggestione della partenza di Giovanni Bosco da Chieri per raggiungere altri luoghi e altre persone, mettendosi in ideale collegamento con gli Itinerari di Don Bosco. La nuova grande proiezione a parete valorizza la visione di immagini realizzate con il drone su tutto il chierese, ispirando i visitatori a proseguire la visita attraverso la conoscenza del territorio.
Tutti i filmati presenti nel percorso espositivo sono proposti in italiano, inglese, spagnolo e nel linguaggio nazionale dei segni.


Visite

Il Museo viene aperto in occasione delle maggiori manifestazioni cittadine.


Contatti

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